ROMA- La seguitissima rubrica meteo del giovedì, tenuta dal Meteorologo di M.A.Star News24 dentro la veridicità , Stefano Bernardi e che da oggi si arricchisce di un approfondimento tematico ad opera del direttore di Meteoscienza Ilario Larosa, ha avuto il merito di veder consolidare un impianto previsionale dallo stesso meteoman posto in tendenza.
Una situazione che stante ciò che sta accadendo in questi giorni possiamo tranquillamente affermare si sia puntualmente materializzata.
Ma vediamo ora cosa ci dice Bernardi per l’immediato futuro.
Complice un Vortice Polare destrutturato e mai come in questo inizio inverno così indebolito stiamo osservando che quello che possiamo tranquillamente considerare il motore dell’inverno non sta girando più lungamente in prima armonica così come invece successo negli ultimi inverni.
I lobi che ne sono derivati dalla destrutturazione del vortice polare hanno posto le basi per una stagione fredda nel centro Nord Europa catapultando diverse nazioni del vecchio continente in una sorta di freezer gigantesco.
Nei prossimi giorni è prevista esserci su queste nazioni una colata artica di proporzioni mastodontiche.
l’Italia sarà ” salvata”, per così dire, dalla presenza di una bassa pressione sulle Azzorre in grado di spostare tutto il gelo a Nord delle Alpi.
In tutti i modi i ripetuti attacchi artico- continentali hanno prodotto, di fatto, un serbatoio di gelo come non se ne vedeva da anni e a pochissimi passi dall’Italia.
In virtù di ciò il meteoman di Mastarnews24 si dice possibilista circa l’eventualità che una piccola ansa barico-circolatoria, possibile figlia di ondulazioni prodotte dal lobo canadese del Vortice Polare, potrebbe tra Venerdì e Sabato prossimi attivarsi sulla nostra penisola.
Se ciò avvenisse, stiamo parlando di una simulazione, una condizione del genere sarebbe in grado di veicolare proprio verso l’Italia parte di quel gelo che nell’ area Baltica, in Germania, Polonia e Danimarca e sulla Scandinavia ha determinato condizioni da autentica ghiacciaia.
Le regioni più interessate sarebbero quelle adriatiche con tutto ciò che ne conseguirebbe in termini di nevicate finanche a bassa quota.
In un modo o nell’altro, in virtù del fatto che la geografia ne favorirebbe la genesi, le Alpi non sarebbero risparmiate da intense nevicate.
Volendo approcciare al mondo della proiezione a lungo termine molto interessante è ciò che Bernardi ci dice in merito al rafforzamento del Vortice Polare dai modelli matematici previsto esserci a partire dal 23 gennaio in poi.
Più volte si è detto che la presenza di un vortice polare forte non sempre è sinonimo di freddo sull’Italia.
Tuttavia proprio quel lago gelido presente sull’Europa centro settentrionale del vortice polare ne potrebbe condizionare la stasi.
Potrebbe quindi accadere che proprio l’aria fredda presente in tali zone sposti l’asse del motore d’inverno favorendo una ritornante di correnti fredde secondarie verso il Mediterraneo.
Stiamo parlando, e lo ripetiamo, di simulazioni e non di certezze.
La meteorologia ancora una volta sta offrendo il suo lato più affascinante.
Dare per certo che una cosa accadrà sarebbe eccessivamente semplicistico e farebbe denotare incompetenza.
Bernardi questo lo sa molto bene. Ecco spiegato il motivo del doppio editoriale attraverso il quale ciò che viene da lui visto in tendenza viene ripreso ed eventualmente rivisto.
APPROFONDIMENTO MASTARNEWS24.COM
A CURA DI ILARIO LAROSA
IL VORTICE POLARE DOMINATORE DELLA STAGIONE INVERNALE
Durante la stagione invernale, le regioni polari si raffreddano in maniera molto maggiore rispetto alle altre zone del globo a causa dell’assenza di radiazione solare (notte polare). Tale raffreddamento si concretizza, dal punto di vista barico, con la formazione di una enorme depressione, un vero e proprio lago gelido che occupa alle diverse quote praticamente tutto il settore racchiuso dal circolo polare artico.
Le genesi di questa grande struttura depressionaria si spiega a causa del fatto che la pressione atmosferica decresce con la quota più rapidamente in presenza di aria fredda rispetto alle aree più calde.
La struttura del Vortice Polare può quindi deformarsi in funzione o meno della spinta verso l’artico degli anticicloni provenienti dalle regioni subtropicali e, con ondulazioni più o meno ampie, si creano quindi irruzioni fredde verso le medie latitudini e di contralto, intrusioni calde nelle regioni polari.
Proprio tali ondate di freddo sono quelle che noi appassionati aspettiamo ogni inverno per avere una dinamicità atmosferica con nevicate e freddo nelle regioni italiane e nel Mediterraneo.
In figura è rappresentata una visione didattica del Vortice Polare, con una carta in proiezione dell’emisfero boreale, il nostro, prevista dal modello americano GFS (Global Forecast System) per la giornata del 24 Gennaio, in cui i diversi colori rappresentano la distribuzione della pressione atmosferica alla quota geopotenziale di 500 hPa, che generalmente corrisponde ad altezze comprese tra 5300 e 5500 m.
I colori più scuri rappresentano valori di pressione più bassi e, in condizioni normali, sono concentrati nei settori più vicini al polo. Come evidenziato in figura, alcuni lobi colmi di aria gelida possono distaccarsi e muoversi verso le medie latitudini (settori esterni della planimetria) generando appunto le ondate di freddo menzionate in precedenza.
GOLFO DI BOTNIA GELATO
A proposito degli effetti del Vortice Polare, sta facendo il giro del web la foto, tratta dalle immagini satellitari legate al programma di rilevazione europeo COPERNICUS, del golfo di Botnia completamente ghiacciato, fino alle porte delle capitali Stoccolma e di Helsinki. Il tutto grazie a un Dicembre e inizio Gennaio molto rigido, con valori più volte sotto i -40 C in Lapponia.
Tutta la Scandinavia è sottomedia da tre mesi, tutto il triennio Ottobre-Dicembre, in chiara controtendenza con le stesse rilevazioni ERA5, il cui inizio è però datato 1940, che indicano il 2023 come l’anno più caldo di questa seppur breve serie storica.
Rubrica a cura di Ilario Larosa PhD geologist, admin METEOSCIENZA (youtube, instagram, pagina web, facebook, chat telegram e whatsapp)
(A cura di M. Nardella)