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Il presidente di Gens Nova “Antonio La Scala” tutti indagati ma pochi condannati

“Tutti indagati!”. È questa la parodia più in voga nel momento in cui si ha a che fare con il Presidente di Gens Nova e del collegio dei magistrati dell’International Police Association Avv. Antonio La Scala. Dopo averlo ascoltato nell’ultima puntata di “Vizio di legalità”, puntata dedicata al reato di Corruzione, a tale parodia ci verrebbe voglia di aggiungere un altro pezzo di frase vale a dire :”…ma pochi i condannati!”. Ebbene sì, ci è andato giù duro La Scala e non vedrei il motivo per cui non lo dovrebbero fare anche tutti i restanti onesti cittadini italiani che, come l’avvocato barese, nella loro impostazione comportamentale hanno preferito anteporre la parola Giustizia a quella, evidentemente più semplice da percorrere e che per molti altri cittadini non proprio esemplari prende la forma di un vero e proprio raggiro criminale, che è la parola disonestà. Se c’è un reato che inquadra molto bene il campo della disonestà quello è senz’altro la corruzione. Un crimine che, nella puntata sulla legalità andata in onda su Radio Mola International, l’avvocato originario di Manfredonia, pluripremiato nell’ambito delle sue azioni di rilievo sociologico, ha saputo saggiamente spiegare e per certi versi condannare. Ha condannato e giustamente, ad esempio,

1) il fatto che in Italia si sia parlato molto poco, per non dire nulla, della giornata mondiale sulla corruzione incentrata in quella del 9 dicembre;

2) il fatto che nel nostro paese un reato come la corruzione, che per indole giuridica non potrà mai essere oggetto di recidiva, non vedrà mai la luce del carcere se non in rarissimi casi;

3) il fatto che in Italia sono pochissimi i magistrati in grado di soddisfare l’esigenza di non mandare tutto in prescrizione e, qualora si arrivi alla condanna, sono pochi quelli che vedrebbero aprirsi la porta del carcere e per svariati motivi non ultimi la carenza di posti disponibili o finanche il costo di tenere persone in carcere;

4)il fatto che corrompere un pubblico ufficiale per “sistemare” ( in gergo trovarsi “la chiave”) il proprio figlio in ambito lavorativo sia normale farlo perché convinti del fatto che tanto tutti lo fanno.

L’ultimo dei punti elencati non lo è stato messo lì perché ritenuto di minore importanza ma perché è sviscerando questo vergognoso modo di fare, questo costume italiano, che vorremmo venisse ancor più fatto capire ai più di quale odioso e schifoso reato stiamo parlando. Non sono pochi, soprattutto negli ultimi anni dove la tecnologia ne sta favorendo la loro trasparenza, i casi di concorsi truccati scoperti e di persone dedite a favorire la collocazione a lavoro di pseudo vincitori di concorso previo pagamento di somme di denaro. Un gesto, oltre che criminale, potremmo affermare essere tra i più vigliacchi in assoluto visto che si pone in antitesi al contrapposto effetto qual è la meritocrazia, ovvero ad uno dei pochi concreti fattori di crescita e posti alla base della giustizia che una nazione possa vantare di avere. Come ha detto giustamente il giornalista scrittore Michele Serra nella puntata de “la Torre di Babele” condotto da Corrado Augias, l’Italia è un paese in declino. Chissà , forse in declino la nostra Italia lo è soprattutto grazie ad un reato, qual è quello molto bene spiegato dall’avvocato Antonio La Scala, che in quanto a fattore di incancrenimento sociale non è  secondo a nessuno. ( fonte M. Nardella)

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