Si tratta della lenta risposta della Banca centrale europea sia alle alterne vicende del Bitcoin e delle altre critptovalute, che tuttavia assomigliano di più a degli strumenti finanziari, sia al dominio esercitato dai big tech americano nello shopping online. Basta pensare ai servizi di pagamento “puri”, come quelli di Paypal, o a quelli “integrati” con l’ecommerce come Amazon o le numerose società che permettono di accedere a periodiche vendite promozionali come Wepee, Privalia, Westwing o Saldi Privati. La gran parte attualmente di queste si appoggiano su una carta di credito, sebbene sia sovente possibile anche l’addebito in conto corrente. Manca ancora il quadro normativo, che sarà disegnato dalla Commissione Ue, ma l’idea è che l’euro digitale sarà distribuito dalle banche e altri intermediari vigilati e utilizzabile dal cellulare tramite una apposita App o un wallet. E i commercianti non potranno rifiutarsi di accettarlo, così come non possono oggi respingere un pagamento cash. E’ possibile che vi sarà un tetto al possesso, attualmente stimato in 3mila euro.
In sintesi l’
euro digitale sarà gratuito nella fruizione, sicuro e affidabile. Il settore dei pagamenti 4.0 è comunque in grande fermento, lo dimostra anche Piazza Affari dove ieri
Nexi ha messo a segno un balzo del 13% dopo l’interesse del fondo di private equity britannico Cvc. In gioco anche in questo caso ci sono i nostri dati sensibili, il ministero del Tesoro (azionista di Nexi tramite Cdp e Poste) è in allerta su un asset considerato strategico.
Quanto alla privacy dell’euro digitale la Bce non avrà accesso ai dati degli utenti, che resteranno quindi appannaggio delle banche e degli altri intermediari finanziari concorrenti. Certo Amazon e Paypal fanno di più, incorporano anche servizi di pagamento a rate, in alcuni casi a interessi zero, e resi gratuiti. Ma questo non è il mestiere dell’Eurotower che ha invece la autorità e il dovere di battere la moneta comune. Anche perchè le banche del Vecchio Continente, su cui la stessa Bce esercita potere di Vigilanza insieme a Banca d’Italia, potrebbero pagare caro la diffusione dell’euro digitale. Gli analisti di Mediobanca Securities stimano in particolare un impatto fino al 20% in termini di profitti tra minori commissioni e costi in crescita. Ma come insegnano i successi di Steve Jobs, Jeff Bezos ed Elon Musk è inutile pensare di fermare il futuro, al contrario bisogna anticiparlo.