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Polizia Penitenziaria sotto choc: Suicida assistente capo coordinatore

Cosenza- Un appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Cosenza si è tolto la vita mentre era libero dal servizio.

L’uomo, un Assistente capo coordinatore del Corpo di polizia penitenziaria, M.P. di 57 anni, padre di due figli, lavorava nel servizio a turno ed era stato anche aggredito 4/5 anni fa.
Al momento non si conoscono le motivazioni del gesto.
Prosegue l’onda nera dei suicidi tra i poliziotti penitenziari.
Un lavoro, quello dei rappresentanti la professione penitenziaria definito usurante prima della riforma pensionistica prodotta dal Governo Dini nel 1995, quanto cioè gli agenti carcerari al compimento del ventesimo anno di servizio potevano già fruire del pensionamento, figuriamoci oggi che di anni in carcere per andare in quiescenza se ne devono fare 15 anni in più.
Non sappiamo se ciò sia ricollegabile ai gesti posti in essere dai sempre più stressati poliziotti. Di certo c’è che oggi un uomo o una donna in divisa operanti nelle carceri italiane è costretto a farsene 35 di anni prima di arrivare all’appuntamento con il meritato e definitivo riposo.
Sarebbe interessante capire attraverso un apposito studio elaborato da esperti in materia quando stiano incidendo sulla fisiologia dei poliziotti penitenziari i 15 anni in più di lavoro carcerario loro affibiato.
Intanto, però, un altro suicidio macchia di nero la storia di uno dei più gloriosi corpi di polizia italiana e questo deve fare parecchio riflettere
( A cura di MN )

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