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Pos come bancomat, sarà possibile prelevare contanti in negozi e tabaccai. Tassa di soggiorno e tante altre novità 

Aprire al prelievo direttamente dal Pos. Per aiutare soprattutto quelle aree interne o i piccoli comuni dove oramai si trova con difficoltà uno sportello bancomat. C’è spazio anche per spingere la circolazione dei contanti nella manovra «cauta» e «prudente» che Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti vorrebbero il più possibile blindata. Tanto da imbarcare già diversi microstanziamenti che tradizionalmente sono appannaggio degli emendamenti parlamentari. I prelievi col Pos in negozio. Per i cittadini però a breve potrebbe essere più facile avere del contante, prelevando direttamente col Pos in negozio: ritoccando le norme antiriciclaggio il governo punta a favorire «il convenzionamento di esercizi commerciali diffusi sul territorio (tabaccai, edicole, farmacie, supermercati e altri punti vendita della grande distribuzione organizzata») per cui si registra un «interesse» che viene però «ostacolato» appunto dalla normativa antiriciclaggio (i controlli scatteranno solo sopra i 250 euro). Una misura «in controtendenza» rispetto alla «contrazione degli sportelli tradizionali», spiega la relazione illustrativa, che rappresenterebbe un vantaggio anche per gli esercenti. Distribuendo contante, infatti, avrebbero «una riduzione delle giacenze» e dei «rischi per la sicurezza» collegata alla presenza di liquidità in negozio.
Tassa d’imbarco e di soggiorno.
Tra i nuovi balzelli – oltre a una serie di interventi sulla casa e pure sul diritto di superficie, che porterà quasi mezzo miliardo (ma nel 2025) – vanno annoverate anche la possibilità per i Comuni in uscita dal dissesto finanziario di far pagare a ogni passeggero (di aereo o nave) una tassa d’imbarco fino a 3 euro ma anche l’aumento della tassa di soggiorno, solo nell’anno del Giubileo, che a Roma e Venezia potrà arrivare fino a 12 euro.
La cedolare secca.
Non basterà invece questo escamotage per specificare, come chiede Fi, che la tanto criticata tassa maggiorata sugli affitti brevi non si applica alla prima casa data in locazione. La stesura della norma nel testo ufficiale non esonera infatti il primo immobile ma lascia la cedolare secca al 21% solo in caso di affitto breve di una sola casa. La modifica potrebbe arrivare nel decreto anticipi, diceva – mentre al Senato si apriva la sessione di bilancio – il forzista Dario Damiani. Anche se non appare tecnicamente semplice modificare ora una misura – quella della legge di Bilancio – che ancora di fatto non esiste perché la manovra entra in vigore dal primo gennaio 2024. Si vedrà già da lunedì, quando appunto scade il termine per le richieste di modifica al decreto collegato alla manovra, che non è stato altrettanto blindato dall’imperativo «zero emendamenti». Di sicuro le opposizioni si preparano a dare battaglia proprio via emendamento a una manovra «senza anima e visione del futuro», come dice la segretaria del Pd, e «con una pioggia di tasse», punta il dito il capogruppo 5S Francesco Silvestri.

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