Sembra di stare a leggere una pagina tratta dal libro “Vento di tramontana” del giornalista scrittore Carmelo Sardo e di quando racconta dell’incontro amoroso avvenuto tra un boss e la moglie con tanto di concepimento di un figlio che da grande diventerà un ottimo avvocato.
Nel super carcere di Sulmona, nell’aquilano, se non nascerà un futuro avvocato questo non lo sapremo ma di certo il sesso tra un uomo è una donna, quello si che si sarebbe realmente consumato.
Sembrerebbe, stante quanto riferito dagli addetti, che un rapporto tra un detenuto e sua moglie si sia materializzato in una delle tante sale colloquio in cui i detenuti ricevono i familiari. Un detenuto di Alta Sicurezza avrebbe, infatti, avuto la possibilità di unirsi con la propria compagna infischiandosene della presenza della sorveglianza la quale, accortosi del tutto e contrariamente da quanto fatto dalla guardia nel romanzo di Carmelo Sardo, di fatto rivestitosi da complice, è intervenuta in una condizione di evidente imbarazzo, rimettendo tutto a posto.
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Casi analoghi a dir la verità sono già accaduti nello stesso penitenziario.
Uno lo scorso anno e un altro una decina di anni fa.
In passato sono state diverse le iniziative per ricordare che anche i detenuti hanno i loro bisogni e proprio da Sulmona partì un progetto sull’affettività che andò a vuoto, una trentina di anni fa e ancora 12 anni fa con ‘L’ora dell’amore’ che si annuncio, invano, in tutte le carceri italiane. Ancora nel 2022 si è parlato di ‘casette dell’amore’ nell’ambito di un disegno di legge che, sin dall’inizio, faceva acqua da tutte le parti con la previsione di 28 milioni di euro da stanziare per garantire ‘rapporti sentimentali’ ai detenuti, in realtà si è rivelato tutto una bufala.
