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Tassa di successione, incrementi previsti nel 2024?

Nelle ultime settimane si è parlato molto di  tassa di successione , in quanto sembrava che nella manovra finanziaria 2024 il governo potesse introdurre alcune novità sulla tassa che si applica ai beni, mobili e immobili, ricevuti in eredità da una persona. La tassa di successione venne abolita nel 2001 dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per poi essere reintrodotta – in forma comunque meno incisiva rispetto alla versione precedente – dal governo Prodi. Negli scorsi giorni, il governo ha smentito l’ipotesi di un aumento  della tassa dopo alcune voci che sembravano darla per probabile. Ma vediamo allora nel dettaglio cosa c’è da sapere su questa imposta, chi deve presentarla e tutte le novità.

La dichiarazione di successione  è un adempimento coercitivo, alla quale devono provvedere gli eredi   entro 12 mesi dal decesso  del contribuente, e serve per trasferire i rapporti giuridici dal defunto agli eredi. Questa dichiarazione può essere presentata direttamente dagli eredi o dai rappresentanti legali, ma in alcuni casi non è necessaria: si tratta dei casi in cui l’eredità spetta in linea diretta al coniuge o ai parenti del defunto e l’ammontare totale dell’eredità è inferiore ai 100mila euro. Come altro requisito, inoltre, non devono essere presenti dei beni immobili  o dei diritti su degli immobili. Nel caso in cui non venga rispettata la scadenza dei 12 mesi, gli eredi sono passibili di una serie di sanzioni. La dichiarazione di successione deve essere presentata direttamente all’Agenzia delle Entrate: è possibile farlo attraverso il portale online o tramite un intermediario abilitato. Nel caso dovessero essere presenti più eredi, è sufficiente presentarne una sola. La dichiarazione di successione  è quindi obbligatoria quando sussistono 2 condizioni: la presenza di immobili o di diritti su di essi o una cifra di denaro che risulti essere superiore a 100.000 euro. Quando è presente un immobile, è necessario procedere anche con la relativa voltura al catasto, che di per sé comporta l’obbligo di pagare una serie di imposte. Sono obbligati a presentare la dichiarazione i seguenti soggetti: 

– eredi e legatari, che vengono chiamati per l’eredità, o i loro rappresentanti legali;
– ammessi al possesso dei beni;
– chi amministra l’eredità;
– gli eventuali curatori dell’eredità;
– gli esecutori testamentari;

Nel caso più soggetti sono tenuti ad inviare la dichiarazione è comunque sufficiente presentarne una sola.

In caso essa venga presentato in ritardo rispetto al limite dei 12 mesi, si può rimediare utilizzando lo strumento del ravvedimento operoso, ma in questo caso viene applicata una sanzione.

Una volta presentata la dichiarazione di successione, gli eredi dovranno pagare le seguenti imposte: catastale, ipotecaria, di bollo  e i tributi speciali. Le aliquote  applicate variano da caso a caso, e sono le seguenti:

– per i parenti in linea retta o i coniugi, si applica l’aliquota del 4% per il valore che eccede 1 milione di euro;
– per i fratelli e le sorelle, l’aliquota applicata è pari al 6%, per il valore netto che eccede i 100. 000 euro;
– per gli altri parenti l’aliquota è pari a 6%, senza alcuna franchigia;
– per tutti gli altri soggetti l’aliquota è pari all’8%, sul valore complessivo senza alcuna franchigia.

Nel caso in cui gli importi superino i 1.000 euro è possibile richiedere la rateizzazione. Infine, come per le altre imposte, deve essere utilizzato un modello f24 .

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